E’ “allerta tonno“, soprattutto quello in scatola, almeno stando a diversi portali e tantissimi apparenti esperti dell’alimentazione che definiscono la carne ricavata da questo pesce un tempo comunissimo anche nelle acque italiane ma che da oramai diversi anni in diminuizione: la versione scatolata è tra le più apprezzate per praticità e capacità nutrizionali ma è ovvio che non tutte possono essere salutari.
In senso generale è un prodotto che da tempo fa “storcere il naso” a tanti, ma non è assolutamente un alimento da evitare quanto piuttosto da rivalutare e consumare con attenzione a marca ma anche alla provenienza effettiva, cosa forse ancora più importante. Oggi la quantità di tonno sul mercato è molto più elevata rispetto a pochi decenni fa: quali acquistare e quali evitare?
Fa bene o male?
In senso comune, il tonno in scatola fa male? E’ meglio chiarirlo da subito: sia in scatola che fresco, questo mantiene intatte le proprie capacità nutrizionali, che vanno a degradarsi solo in caso di una conservazione non corretta della scatola. In sostanza questo significa che il tonno, composto essenzialmente da grassi animali e quindi qualcosa che “fa bene”, non presenta reali differenze.
Il processo di inscatolatura però inevitabilmente appare diverso, in qualche “aggiunta”, prevalentemente sodio / sale e olio (anche se non sempre questo è presente), in entrambi i casi si tratta di un contesto che serve ad aumentare la conservabilità ma anche il sapore del prodotto finale. Proprio in questo senso il tonno va giudicato, controllando l’etichetta.
Quale tonno in scatola scegliere
Il rischio mercurio, anzi metilmercurio, la più temuta forma di metallo pesante presente in varie tipologie di tonno, è effettivamente concreto ma va considerato non in merito alla presenza della scatola in metallo: il mercurio infatti si trova nativamente nell’animale che lo acquisisce consumando altri animali che al loro volta lo contengono. Ma quali marche di tonno vanno evitate?
- Quelle con un contesto di sale troppo elevato: meglio scegliere varianti con meno sale confrontandole con altri
- La provenienza evidenzia la sostenibilità ma anche il pregio: generalmente è difficile acquistare quello del Mediterraneo, contrassegnato dal numero 37. Evitare quando possibile quello con cifre come 51, 57 o 7 pescato con metodi troppo aggressivi
Optare quando possibile per varianti in vetro così da vedere fisicamente il tonno che non deve presentarsi in maniera troppo sfilacciata, ma deve mantenere un aspetto semi compatto, segno di una lavorazione non aggressiva dopo la pesca. Ed è bene non eccedere nelle quantità, al massimo 3 volte a settimana, riducendo a 1 volta al massimo in caso di ipertensione.
Il consumo di pesce in scatola va ridotto al minimo anche per persone come le donne in stato interessante proprio a causa della presenza del metilmercurio che essendo un metallo pesante viene tollerato solo in ridotte quantità (anche se questo si trova in proporzione di più e maggiormente con facilità nei pesci di grandi dimensioni).