Bere caffè con lo zucchero è un’abitudine molto diffusa in quanto non a tutti piace il sapore “puro” di questa bevanda che è amatissima proprio per la versatilità di consumo, anche se da oramai molto tempo proprio le sostanze dolcificanti raffinate come proprio lo zucchero. Anche per questo motivo da diversi anni si sono moltiplicate le forme di alternative al zucchero bianco come lo zucchero “dic anna”.
Questa variante, riconoscibile nelle numerose versioni dal colore bruno, marroncino o ambrato, si presenta come una forma apparentemente meno dannosa per l’organsimo e meno calorica. Al netto di un cambio di sapore sensibilmente percepibile rispetto a quello bianco, quali sono gli effetti sull’organismo? Fa “meno male”? Lo scopriremo esattamente nelle prossime righe.
Caffè zuccherato
Tutto lo zucchero raffinato in realtà è “di canna” in quanto costituito dalla canna da zucchero o di barbabietola, divenuto il principale dolcificante negli ultimi secoli, perchè fortemente legato alla produttività di una pianta estremamente importante, e che continua ad esserlo. Questo significa che anche quello che viene venduto come “di canna” ha sostanzialmente la stessa provenienza.
Non solo: anche se esiste in varie gradazioni di purezza, anche quello scuro è identico a quello bianco, che semplicemente subisce un processo maggiore e più avanzato, in cui il saccarosio, il contenuto “principale” dello zuccher oviene sbiancato totalmente cosa che avviene non nello stesso modo per quello grezzo di canna, sostanzialmente si tratta della stessa cosa.
Zucchero di canna nel caffè: cosa cambia?
Lo zucchero “scuro” infatti viene realizzando non raffinandolo completamente ma questo processo avviene comunque per circa il 90 % nello stesso modo di quello bianco, tutt’alpiù il colore viene ottenuto aggiungendo della melassa che proviene comunque dalla medesima pianta. La variante integrale dello zucchero di canna è leggermente più ricca di minerali perchè appena più grezza.
- L’apporto calorico però resta molto vicino alla media di 4 calorie per grammo
- Per questo motivo lo zucchero di canna non può definirsi più salutare o meno dannoso di quello bianco
Nel caffè il dibattito in merito al suo impatto effettivo è molto acceso, anche se solitamente la quantità non è mai così impattante da modificare la nostra linea, discorso diverso invece se soffriamo di glicemia o diabete. In questo caso può convenire fare ricorso al caffè senza zucchero, detto impropriamente “amaro”, oppure a dolcificanti alternativi.
Non lo zucchero di canna, come si è detto ma ad esempio alla stevia oppure a ridotte quantità di miele, entrambe le alternative sono molto meno impattanti ed allo stesso tempo hanno un potere edulcorante parecchio più rilevante: ciò significa che ne occorre una quantità molto più ridotta a parità di peso, dello zucchero di canna per “avvertire il dolce”.